Assistenza e beneficenza


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L’assistenza socio sanitaria non rientrava tra i compiti dei comuni medievali, ma era lasciata agli ordini cavallereschi o alla carità dei privati.

 

Gli ospedali del territorio

Sulle strade frequentate dai pellegrini, gli hospitalia offrivano un pasto, un letto e una qualche forma diassistenza sanitaria. Fuori della prima cerchia delle mura di Chieri i Templari gestivano nel 1289 un ospedale che nel ‘400 sarà denominato Ospedale di S. Croce; gli Antoniani avevano un loro hospicium alla porta di S. Antonio; i Gerosolimitani possedevano gli hospitalia di S. Maria di Betlemme (1226, strada per Torino), quello di S. Maria di Pino (1327) e quello di San Giovanni di Riva (1275). Un ospedale de Ponticelli era nell’omonima località di Santena.

 

… e quelli di Chieri

Gli ospedali per i poveri della città ut recipiantur, alantur et nubiantur sorsero con il concorso del comune e del vescovo su iniziativa di grandi proprietari terrieri, commercianti e banchieri mossi da cristiana carità. Erano costituiti da poche stanze e dotati di una cappella.Nel 1253 un Hospitale Novum dichiarava nel catasto Vairo il possesso di numerosissimi beni. Nel 1278 fu fondato quello dei Gribaudi nel quartiere Gialdo, poi trasferito nel quartiere Arene (Annunziata). Nel 1289 Giacomo de Falereis eresse alla Porta del Murè un ospedale che a inizio Trecento assumerà il nome di San Lorenzo dei Crociferi. Anteriore al 1318 era l’Ospedale del Torello, ricordato in un documento dell’Archivio Arcivescovile. L’Ospedale di San Cristoforo si trovava nel quartiere Arene all’incrocio di via Tana con via San Pietro (1380). L’Ospedale di S. Giacomo, a fianco della chiesa di San Francesco (piazza Dante), era stato fondato nel 1399. L’Ospedale di S. Maria (piazza del Duomo) sorse nel 1383. Si gestiva e crebbe negli anni grazie a moltissime donazioni. Nel 1551 i piccoli ospedali – con l’eccezione di quello dell’Annunziata – furono accorpati. Nacque
così l’Ospedale Maggiore di Santa Maria della Scala. Il suo importantissimo archivio ne documenta la storia attraverso libri dei conti, testamenti e registri vari.

 

La casa dell’elemosina

Nato nel XIV sec. per iniziativa di una ricca famiglia chierese, l’istituto assistenziale era inizialmente condotto da una donna, Alaxina Ferrero rectrix et gubernatrix affiancata da una societas di laici. Un qualche ruolo ebbe anche il comune che nel Quattrocento aveva diritto alla nomina del rettore. Molto ben gestita, e oggetto di numerose e consistenti donazioni da parte di benefattori dei dintorni di Chieri (documentate da 120 pergamene di età medievale), la Casa dell’Elemosina non fu inclusa tra gli enti che nel 1551 confluirono nell’Ospedale Maggiore. Nel Settecento assunse il nome di Ospizio di Carità. Oggi è “Residenza Giovanni XXIII”.

 

Le confrarie

Le confraternite medievali (confrarie) erano associazioni di laici che si proponevano reciproca assistenza e compivano atti di umana solidarietà verso i poveri del territorio a cui davano in affitto alloggi e per i quali organizzavano periodiche elargizioni di grano, ceci e vestiario. La più antica e ricca è quella di San Giacomo (1253) che aveva sede presso l’omonima chiesa benedettina di vicolo Bastioni della Mina. La Confraternita di San Lorenzo era nata nel secondo decennio del Quattrocento per affiancare i frati Crociferi dell’ospedale del Murè. Nel 1260 è documentata una confraternita dell’Hospitale Novum, nel 1289 quella di San Giuliano e nel 1464 quella di San Vitale ospitata dai Francescani.


 

Una teca è dedicata all’argomento, corredata da un filmato illustrativo. All’interno della teca,  il Libro dei Conti della Casa dell’elemosina di Chieri (sec. XV), il Libro cosiddetto Rampart dell’ospedale dell’Annunziata (1456-1508) e il registro dei conti dell’Ospedale di Santa Maria (1493-1513)

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